
venerdì 24 dicembre 2010
Santo Natale 2010

giovedì 9 dicembre 2010
incontri del 18 e del 25 novembre
Siamo poi passati a riflettere la visione tommasiana di libero arbitrio e la sua difficile sintesi fra volontarismo e intellettualismo fino a giungere al radicale volontarismo che emerge nel minimalismo occamista.
Nel secondo incontro dopo aver illustrato elogio della libertà umana in Pico della Mirandola e il determinismo astrologico di Pomponazzi siamo passati all'epoca moderna ,al volontarismo di Descartes e alle varie forme di determinismo che nascono in seguito alla rivoluzione scientifica come quelli di Spinoza e Hobbes e che avranno largo seguito anche nell'illuminismo francese.
Abbiamo concluso delineando la soluzione kantiana che pur non negando il determinismo “fenomenico” afferma la necessità di postulare in campo pratico l'esistenza del libero arbitrio.
mercoledì 1 dicembre 2010
comunicato stampa 1dicembre
LA FUCI E LA RIFORMA UNIVERSITARIA:
OLTRE LE PROVE DI FORZA
Martedì 30 Novembre è stato approvato dalla Camera il disegno di legge concernente Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario, che approderà in Senato il 9 Dicembre.
La FUCI riconosce il malessere dell’Università italiana ed il suo bisogno impellente di riforma, una riforma che non la consideri come mero capitolo di spesa ma che sia disposta ad investire in essa, riconoscendola come risorsa fondamentale per il Paese. Ma ancor di più il nostro sistema universitario necessita dell’attenzione di una classe politica che abbia a cuore il futuro dei giovani e dell’istruzione, perché il futuro del nostro Paese passa da lì, dalle aule universitarie.
Esprimiamo il nostro sostegno a tutti coloro che, avendo a cuore la situazione dell’Università, si ritrovano in questi giorni, in moltissime città italiane, per manifestare pacificamente il loro dissenso.
In una fase storica in cui non dovrebbe più essere necessario ricorrere alla violenza per far valere i propri diritti, riteniamo doveroso stigmatizzare ogni forma di violenza gratuita: siamo infatti convinti che solo dal dialogo possano nascere un’eredità sana e solida per le prossime generazioni e che della violenza nulla resti se non delle radici negative. Rappresenta un’assoluta novità l’occupazione di monumenti del patrimonio artistico – culturale italiano: che sia un segnale ben preciso per ripartire dalla valorizzazione della cultura fonte di ricchezza per l’intero Paese?
Queste manifestazioni richiamano a responsabilità coloro che avrebbero dovuto discutere prima e in tempi diversi questi disegni legislativi. E’ discutibile infatti l’opportunità politica di una riforma approvata in un periodo di grande incertezza politica ed alla vigilia di un voto di fiducia. E se l’Università deve diventare campo di conflitti e vendette tra partiti politici e corporazioni noi non ci stiamo. Siamo invece a favore di una mobilitazione che scuota il torpore di un Paese che non considera l’università come “questione” di tutti.
Per quanto riguarda più nello specifico il disegno di legge, considerati i tagli lineari di risorse del ministro Tremonti, le leggi delega demandate al governo, i regolamenti che le università dovranno predisporre, constatiamo come le proposte in esso contenute siano in realtà esposte al rischio di una attuazione parziale.
Ci riserviamo, perciò, di esprimere un parere definitivo dopo l’approvazione in Senato, ma possiamo sottolineare alcuni punti critici.
Il sistema di valutazione della ricerca: il testo non fa chiarezza sui criteri che verranno utilizzati per la verifica dell’efficienza della didattica e della ricerca da parte del Ministero e dell’Anvur.
Ricercatori a tempo determinato: la previsione del cosiddetto sistema di “tenure-track”, che permetterebbe ai ricercatori, dopo un periodo di massimo 6 anni, di diventare professore associato, contrasta con la mancanza di risorse da destinare ai suddetti contratti di ricerca. Quella che potrebbe essere una norma innovativa a favore del merito e dei ricercatori più bravi, corre il rischio di trasformarsi in una mannaia contro di loro nel caso non vengano destinate adeguate risorse.
Diritto allo studio: un’ampia delega al Governo svuota le previsioni volte a valorizzare la meritocrazia e a rendere effettivo il diritto allo studio, privandole di ogni efficacia Il Fondo per il merito che viene istituito dalla riforma non è altro che un contenitore vuoto.
Governance: l’ingresso di elementi esterni al mondo universitario nel Cda dei vari Atenei dovrà essere contemperato da una precisa definizione dei ruoli, dei poteri e della composizione dei due organi di governo: Senato Accademico e Cda. Infatti il disegno di legge sottovaluta le difficoltà di reperire figure indipendenti disponibili a prendersi le responsabilità amministrative della gestione degli Atenei. Riteniamo inoltre necessario valorizzare la rappresentanza studentesca all’interno di questi collegi.
Disponibilità di fondi: una riforma che possa definirsi seria e realizzabile necessita di fondi e risorse economiche certe. Mentre negli altri Paesi europei la tendenza è quella di non toccare le voci di spesa relative all’istruzione, in Italia sono soprattutto la Scuola e l’Università ad essere colpite dai tagli operati dal Governo. La mancanza di disponibilità finanziare rende vane molte delle previsioni contenute nel testo della riforma.
Da giovani universitari non siamo disposti a rimanere passivi di fronte alla condizione di stallo in cui versa, da troppo tempo, l’Università italiana, né siamo inclini a rigettare ogni proposta che ci venga presentata. E’ per questo che chiediamo al Ministro dell’Istruzione l’istituzione di un tavolo che riunisca le associazioni rappresentative, politiche e non, degli studenti universitari per elaborare congiuntamente delle iniziative serie ed attente che permettano una rinascita dell’Università. Chi ha responsabilità pubbliche deve creare le condizioni perché il dibattito democratico sia attento ed inclusivo.
Siamo estremamente convinti della necessità di un tale strumento ed è per questo che ci rivolgiamo direttamente al Ministro Gelmini, alla quale chiediamo: “Convochi subito questo tavolo. Non domani, ma oggi stesso”.
UFFICIO STAMPA FUCI
via della Conciliazione, 1
00193 – Roma
Tel. 331.17.77.861
presidenza@fuci.net
www.fuci.net
comunicato stampa 25novembre
COMUNICATO STAMPA UN’UNIVERSITA’ A RISCHIO PARALISI
Mentre oggi, giovedì 25 novembre, prosegue in Aula l'esame del disegno di legge, approvato dal Senato, e delle proposte di legge concernente Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario (approvato dal Senato), la FUCI continua a seguire con viva partecipazione e sentita preoccupazione l’iter parlamentare, le iniziative ad esso connesse, la mobilitazione del mondo accademico.
Da giovani universitari che amano il loro Paese non rimaniamo passivi spettatori della condizione in cui versa l’Università italiana ma allo stesso tempo non siamo inclini a seguire gli slogan del momento o a demolire proposte e Istituzioni. La passione che nutriamo per l’Università ci chiede un’attenzione e una cura maggiori volte ad animare una critica costruttiva fatta di studio e di confronto. Il numero monografico settembre/ottobre 2010 di Ricerca, il bimestrale della nostra Federazione, cui hanno contribuito docenti e studenti e dedicato all’università, alla riforma, al confronto del sistema italiano con altri in giro per il mondo, all’orientamento e alla scelta universitaria, si pone nel solco di questa consapevolezza.
A noi preme ricordare e rendere protagonisti, in questo grave momento per l’Università nel nostro Paese, tutti gli studenti – davvero molti anche quelli aderenti alla nostra Federazione – che dal nord al sud d’Italia sono ancora in attesa dell’inizio delle loro lezioni. Una situazione di assoluta gravità che compromette l’effettività del diritto allo studio. Esprimiamo il nostro disappunto per il fatto che si parli di riforma mettendo mano ad un ingente taglio di risorse e si consideri l’Università come una voce di spesa e non come un investimento per il nostro Paese e chiediamo, rinnovando la nostra disponibilità alla partecipazione, di riaprire un dialogo tra istituzioni e componenti del mondo accademico, compresi gli studenti.
In queste ore in Aula, di emendamento in emendamento, il testo sta conoscendo ampie modifiche. Si tratta di un segno evidente di una spaccatura forte in tema di università. Noi auspichiamo invece si possa trovare un clima sereno e pacato di lavoro che porti ad una piena e unanime concordanza sulle modifiche al testo del ddl. Purtroppo la situazione è molto confusa e l’incertezza della contingenza politica rischia di pregiudicare l’esito dei lavori parlamentari, su un tema di assoluta rilevanza per il presente e il futuro del nostro Paese.
UFFICIO STAMPA FUCI |