La F.U.C.I., Federazione Univesitaria Cattolica Italiana, nata nel 1896 dall’unione di circoli universitari cattolici esistenti in alcune città d’Italia, è una aggregazione ecclesiale di gruppi di studenti universitari che, negli anni dello studio e della formazione, vogliono percorrere insieme un cammino di fede e di crescita culturale, vivendo un’esperienza di Chiesa nel solco della tradizione centenaria della Federazione

mercoledì 1 dicembre 2010

comunicato stampa 1dicembre

COMUNICATO STAMPA

LA FUCI E LA RIFORMA UNIVERSITARIA:
OLTRE LE PROVE DI FORZA


Martedì 30 Novembre è stato approvato dalla Camera il disegno di legge concernente Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario, che approderà in Senato il 9 Dicembre.

La FUCI riconosce il malessere dell’Università italiana ed il suo bisogno impellente di riforma, una riforma che non la consideri come mero capitolo di spesa ma che sia disposta ad investire in essa, riconoscendola come risorsa fondamentale per il Paese. Ma ancor di più il nostro sistema universitario necessita dell’attenzione di una classe politica che abbia a cuore il futuro dei giovani e dell’istruzione, perché il futuro del nostro Paese passa da lì, dalle aule universitarie.

Esprimiamo il nostro sostegno a tutti coloro che, avendo a cuore la situazione dell’Università, si ritrovano in questi giorni, in moltissime città italiane, per manifestare pacificamente il loro dissenso.
In una fase storica in cui non dovrebbe più essere necessario ricorrere alla violenza per far valere i propri diritti, riteniamo doveroso stigmatizzare ogni forma di violenza gratuita: siamo infatti convinti che solo dal dialogo possano nascere un’eredità sana e solida per le prossime generazioni e che della violenza nulla resti se non delle radici negative. Rappresenta un’assoluta novità l’occupazione di monumenti del patrimonio artistico – culturale italiano: che sia un segnale ben preciso per ripartire dalla valorizzazione della cultura fonte di ricchezza per l’intero Paese?

Queste manifestazioni richiamano a responsabilità coloro che avrebbero dovuto discutere prima e in tempi diversi questi disegni legislativi. E’ discutibile infatti l’opportunità politica di una riforma approvata in un periodo di grande incertezza politica ed alla vigilia di un voto di fiducia. E se l’Università deve diventare campo di conflitti e vendette tra partiti politici e corporazioni noi non ci stiamo. Siamo invece a favore di una mobilitazione che scuota il torpore di un Paese che non considera l’università come “questione” di tutti.

Per quanto riguarda più nello specifico il disegno di legge, considerati i tagli lineari di risorse del ministro Tremonti, le leggi delega demandate al governo, i regolamenti che le università dovranno predisporre, constatiamo come le proposte in esso contenute siano in realtà esposte al rischio di una attuazione parziale.
Ci riserviamo, perciò, di esprimere un parere definitivo dopo l’approvazione in Senato, ma possiamo sottolineare alcuni punti critici.
Il sistema di valutazione della ricerca: il testo non fa chiarezza sui criteri che verranno utilizzati per la verifica dell’efficienza della didattica e della ricerca da parte del Ministero e dell’Anvur.
Ricercatori a tempo determinato: la previsione del cosiddetto sistema di “tenure-track”, che permetterebbe ai ricercatori, dopo un periodo di massimo 6 anni, di diventare professore associato, contrasta con la mancanza di risorse da destinare ai suddetti contratti di ricerca. Quella che potrebbe essere una norma innovativa a favore del merito e dei ricercatori più bravi, corre il rischio di trasformarsi in una mannaia contro di loro nel caso non vengano destinate adeguate risorse.
Diritto allo studio: un’ampia delega al Governo svuota le previsioni volte a valorizzare la meritocrazia e a rendere effettivo il diritto allo studio, privandole di ogni efficacia Il Fondo per il merito che viene istituito dalla riforma non è altro che un contenitore vuoto.
Governance: l’ingresso di elementi esterni al mondo universitario nel Cda dei vari Atenei dovrà essere contemperato da una precisa definizione dei ruoli, dei poteri e della composizione dei due organi di governo: Senato Accademico e Cda. Infatti il disegno di legge sottovaluta le difficoltà di reperire figure indipendenti disponibili a prendersi le responsabilità amministrative della gestione degli Atenei. Riteniamo inoltre necessario valorizzare la rappresentanza studentesca all’interno di questi collegi.
Disponibilità di fondi: una riforma che possa definirsi seria e realizzabile necessita di fondi e risorse economiche certe. Mentre negli altri Paesi europei la tendenza è quella di non toccare le voci di spesa relative all’istruzione, in Italia sono soprattutto la Scuola e l’Università ad essere colpite dai tagli operati dal Governo. La mancanza di disponibilità finanziare rende vane molte delle previsioni contenute nel testo della riforma.

Da giovani universitari non siamo disposti a rimanere passivi di fronte alla condizione di stallo in cui versa, da troppo tempo, l’Università italiana, né siamo inclini a rigettare ogni proposta che ci venga presentata. E’ per questo che chiediamo al Ministro dell’Istruzione l’istituzione di un tavolo che riunisca le associazioni rappresentative, politiche e non, degli studenti universitari per elaborare congiuntamente delle iniziative serie ed attente che permettano una rinascita dell’Università. Chi ha responsabilità pubbliche deve creare le condizioni perché il dibattito democratico sia attento ed inclusivo.
Siamo estremamente convinti della necessità di un tale strumento ed è per questo che ci rivolgiamo direttamente al Ministro Gelmini, alla quale chiediamo: “Convochi subito questo tavolo. Non domani, ma oggi stesso”.


UFFICIO STAMPA FUCI
via della Conciliazione, 1
00193 – Roma
Tel. 331.17.77.861
presidenza@fuci.net
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